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La mia pandemia? Una rinascita

Oggi un caro amico mi ha chiesto un contributo per la sua trasmissione televisiva. Voleva sapere come avessi vissuto io la pandemia. Questo è quanto gli ho raccontato.

Questo lungo periodo è iniziato per me con un viaggio a Lisbona nel febbraio 2020, nel quale ricordo che cominciavo a vedere le prime mascherine indossate dai turisti cinesi sui tram. Di lì a poco tempo, al mio ritorno a Roma, si sarebbero susseguiti i lockdown, il lavoro da casa, l’isolamento sociale.

All’ inizio ho vissuto tutto con una grande rabbia. La libertà di movimento è per me il bene più alto. Trovarmi relegata tra quattro mura, senza potermi spostare, andare a trovare le persone care, incontrare gli amici, è stato l’attentato più grave che potessero farmi. L’ho vissuta come una violazione molto pesante dei miei diritti umani. E continuo a pensare che tale sia stata. Nessuno ti puo’ recludere senza che tu abbia commesso un crimine. Era stata creata una immensa cortina di fumo, con la complicità dei media, nella quale si mescolavano verità e menzogna, una narrazione terrorizzante alla quale ho creduto al 10 per cento. Grande pena e solidarietà per chi si è trovato ricoverato in ospedale a lottare con la morte. Per chi ha perso persone care tra virus e cure sbagliate. Ma anche grande compassione per le migliaia di persone, soprattutto gli anziani, abbandonati nella solitudine degli affetti nelle loro case e nelle RSA. Ancora si devono riprendere. Alcuni hanno smesso di uscire per sempre. Sono morte da tempo, di paura, di abbandono, di mancanza di amore.

Mesi dopo mi sono ammalata anche io di Covid, per fortuna e grazie al mio buon sistema immunitario, in maniera non grave. Di fatto per me questa malattia è stata una normale influenza. Quello è stato il mio ultimo lockdown, in quanto nonostante fossi guarita in pochi giorni, non potevo uscire di casa, né vedere nessuno sino alla completa negatività del tampone, che si è verificata dopo un mese. Sono riuscita a resistere e mantenermi ‘centrata’ grazie allo yoga e alla meditazione, praticati tutti i giorni online, assieme al mio maestro, Riccardo De Paolis.

Dopo quell’esperienza, raggiunto il punto di sopportazione più alto all’interno di una situazione ostile, dentro di me si è verficato uno switch. Per fortuna stavo bene, ero sana e, soprattutto, libera. Ho deciso che a partire da questa esperienza la mia vita sarebbe cambiata completamente. Ho colto l’opportunità estremamente positiva che mi si stava presentando davanti. Chiudere con il passato e mettermi alla costruzione della nuova me.  Mi sono trasferita in Sardegna, a contatto continuo con la meravigliosa natura dell’ isola, e ho tagliato i ponti con le persone, le amicizia che ho scoperto essere anni luce lontane da me, con le  situazioni esaurite, le esperienze lavorative concluse.

Le continue e progressive restrizioni, e adesso anche l’obbligo di un green pass per lavorare, discriminatorio e inutile dal punto di vista sanitario, hanno ottenuto l’effetto di farmi sentire sempre più libera da questo sistema che considero sostanzialmente malato nelle sue fondamenta.

Non sono una donna vincolabile. E non accetto nessun ricatto. Ho creato nel frattempo questo blog e ho potenziato tutte le mie attività, le passioni e le frequentazioni che mi fanno sentire davvero bene e felice. È come se sentissi che dalle macerie del vecchio mondo e della vecchia me, io sia rinata. Oggi ho nuove e stimolanti amicizie più affini a quella che sono oggi. E la rabbia ha lasciato spazio all’entusiasmo di pensare a quanto ancora posso fare, dare e ricevere dal mondo. Questa volta senza dovermi piegare e adeguare a niente.

Resta ancora tanto da costruire e progetti da realizzare, ma sono certa di essere sulla strada giusta.

La mia pandemia in sostanza è stata una grande occasione di rinascita, e non sono l’unica a pensarla così, sono in ottima compagnia della mia famiglia e di molte altre persone coraggiose e propositive. Penso ci sia tanto lavoro da fare per aiutare questo mondo e le persone a ritrovare la loro anima, schiacciata dal consumismo, dalla mancanza totale di rispetto per la natura, e dalla costrizione a svolgere attività molto lontane dalle proprie vere passioni e dai propri talenti.

È arrivato il momento di dare una svolta vera e definitiva alle nostre vite e riappropriarci della felicità, sottraendoci a chi ci vuole schiavi di un sistema che non vuole di certo il nostro bene.

Da intervista per Zone d’Ombra – 9 novembre 2021